sabato 27 ottobre 2012

Estratto WimoHB: Jamie e Claire insieme...

Allungò la mano con attenzione e prese la mia. Lo lasciai fare e lasciai che mi portasse verso una pila di sacchi di juta. Si sedette, tirandomi con lui in modo che non avessi altra scelta se non sedermici accanto, la mia mano intrappolata nella sua, abbastanza vicina al suo fianco da vedere le leggere striature della sua barba lunga, da sentire l'odore del sudore misto a polvere dei suoi abiti, da sentire il calore emanato dal suo corpo.
Mi sedetti tremante, facendo piccoli sbuffi invece che parlare. Ignorò la cosa, stringendo le mie dita tra le sue, accarezzandomi delicatamente il palmo della mano con il grande pollice calloso.

 "Non intendevo dire che credo tu sia una ubriacona", disse. "E' solo che pensi con il tuo corpo, Claire; lo hai sempre fatto."
Con uno sforzo enorme,trovai le parole.
"Quindi sono una...come mi stai chiamando adesso? Una donna libera? Una sgualdrina? Una prostituta? E pensi che sia meglio che chiamarmi ubriacona??" Tirai via la mano, ma lui non la lasciò andare.
"Quello che intendevo, Sassenach," disse stringendo la presa sulla mia mano e aumentandola con l'altra mano sul mio braccio impedendomi così di liberarmi e scappare via. "Tu pensi con il tuo corpo. E' ciò che ti rende un chirurgo, no?"
"Ho-oh." Superato il mio sconcerto iniziale, fui costretta ad ammettere che c'era qualcosa di vero in questa osservazione.
"Forse", dissi rigidamente distogliendo lo sguardo. "Ma non credo che fosse quello che volevi dire."
"Non del tutto, no." C'era un che di tagliente nella sua voce adesso, ma non lo guardavo"Ascoltami".
Stavo ostinatamente in silenzio, ma lui era semplicementee sapevo che era più testardo per natura di quanto sarei mai potuta essere io anche lavorandoci per un centinaio di anni. Stavo per sentire quello che aveva da dire - e stavo per dirgli quello che voleva sentirsi dire - che mi fosse piaciuto oppure no.
"Ti ascolto," dissi. Inspirò e si rilassò un poco, ma non allentava la presa.
"Ho giaciuto con te almeno un migliaio di volte, Sassenach," disse dolcemente. "Forse credi che non abbia prestato attenzione?"
"Due o tremila almeno," dissi, per dovere di precisione, fissandomi i piedi. "E no".
"Io. So. Chi.Sei." disse ancora, sottolineandolo. Si alzò e mi sollevò con lui, mi mise una mano sotto il mento e mi inclinò la faccia in su. Abbassò lo sguardo verso di me, solenne e piuttosto severo.
“Solo una domanda,” mi disse. “Sei mia moglie?”
“Certo che lo sono,” gli risposi, basita. “Come potrei non esserlo?”
La sua faccia cambiò; fece un profondo respiro e mi prese tra le sue braccia.
Lo abbracciai, forte, ed entrambi ci lasciammo sfuggire un profondo sospiro, la sua testa poggiata sopra la mia, mentre mi baciava i capelli spostai il viso sulla sua spalla, baciandolo dove l'apertura della camicia lasciava accesso al suo corpo, con le ginocchia che pian piano cedevano a causa del sollievo, tanto che ci accasciammo sulla terra fresca, stretti l'uno all'altra, come un albero, senza foglie e con molti rami, ma con un unico e solido tronco.


da Written in my own Heart's Blood

1 comments:

tsukino ha detto...

*.* adoro questa parte!